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“Questa è la storia di un povero soldato
che in una notte d’estate s’è ammazzato
stringersi al collo una cinghia di cuoio
non si fa in tempo neanche a pensare muoio
non si fa in tempo neanche a pensare muoio.
Solita storia, solita la canzone
solita vita, solita situazione
soliti accordi, soliti anche i versi
solo i tuoi occhi amico quelli erano diversi
solo i tuoi occhi amico quelli erano diversi.
Porca Eva, proprio a te è toccato morire di leva.
Diceva sempre, io sono sfortunato
sia maledetto il giorno che sono nato
con la scalogna incredibile che ho
chissà se a morire ci riuscirò
chissà se a morire ci riuscirò.
Diceva sempre io starei bene solo
perso tra i ghiacci immensi dell’Alaska
di questa vita non me ne importa niente
lo hanno trovato con le mani in tasca
lo hanno trovato con le mani in tasca.
Porca Eva, proprio a te è toccato morire di leva.
Diceva sempre, quando mi sento male
mi tira su un giro in automobile
però lo sento, che il giorno si avvicina
che finirò per sempre la mia benzina
che finirò per sempre la mia benzina.
Povero corpo floscio e senza vita
lo hanno trovato due che erano ubriachi
uno a quell’altro ha detto – non ci credi
quel lampadario mi sembrano due piedi
quel lampadario mi sembrano due piedi! -.
Arriva il padre, arriva in un baleno
lui e la madre han preso il primo treno
e lui che piange, la madre è una donna forte
scappare da lei riuscì solo con la morte
scappare da lei riuscì solo con la morte.
Viene trovata la lettera agli amici
son come chiodi le parole che dici
siam tutti in croce, sangue alle mani e ai piedi
certo peccato però che tu non ci vedi
certo peccato però che tu non ci vedi.
Porca Eva, proprio a te è toccato morire di leva.
Il colonnello, col fumo nella testa
va fino in fondo lui alla sua inchiesta
non ci fu colpa, nessuno ebbe colpa alcuna
il suo cervello cercatelo sulla luna
il suo cervello cercatelo sulla luna.
Perché non può, altro che dirsi matto
colui che compie un così insano atto
il cappellano si associa al risultato
ricorda a tutti che uccidersi è un peccato
ricorda a tutti che uccidersi è un peccato.
Porca Eva, proprio a te è toccato morire di leva.
Ma io non credo, che tu sia morto matto
che tu non abbia capito quello che hai fatto
rispetto sempre chi un giorno ne ha abbastanza
e si rifiuta di vivere di speranza.
Che dolce corsa, che dolce corsa pazza
certo all’inferno ci sei arrivato in carrozza
sul carrettino della tua gente antica
senza sudore stavolta senza fatica
senza sudore stavolta senza fatica”.
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Claudio Lolli, Morire di leva (Ad un amico siciliano) – 9:22
Album: Un uomo in crisi. Canzoni di morte. Canzoni di vita (1973)
Brano inserito nella rassegna Le canzoni più tristi di Infinititesti
Brano inserito nella rassegna Life itself. Canzoni di vita, di morte e di altre sciocchezze di InfinitiTesti
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quando c’erano altri motivi per suicidarsi (la naja, l’amore perduto, la malattia) e non la crisi economica
Condivido il ”rispetto” per ”chi un giorno ne ha abbastanza e si rifiuta di vivere di speranza” ma questo non riempie il vuoto che lascia una persona, che così decide di concludere la sua vita, segnando un po’ anche quella degli altri.