Sting – Russians (testo e traduzione)

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“In Europe and America
there’s a growing feeling of hysteria
conditioned to respond to all the threats
in the rhetorical speeches of the Soviets

Mr. Krushchev said we will bury you
I don’t subscribe to this point of view
it would be such an ignorant thing to do
if the Russians love their children too

How can I save my little boy
from Oppenheimer’s deadly toy
there is no monopoly of common sense
on either side of the political fence

We share the same biology
regardless of ideology
believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too

There is no historical precedent
to put words in the mouth of the President
there’s no such thing as a winnable war
it’s a lie we don’t believe anymore


Mr. Reagan says we will protect you
I don’t subscribe to this point of view
believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too

We share the same biology
regardless of ideology
what might save us, me and you
is if the Russians love their children too”.

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Traduzione.

“In Europa e in America
c’è un crescente sentimento d’isteria
condizionato dal rispondere alle minacce
nei discorsi retorici dei Sovietici

Krushchev ha detto – vi seppelliremo tutti –
non sottoscrivo questa opinione
sarebbe una mossa talmente insensata
se anche i Russi amano i propri figli

Come posso salvare mio figlio
dal giocattolo di morte di Oppenheimer
non c’è un predominio del buon senso
da entrambi i lati della barricata politica

Condividiamo la stessa biologia
indifferentemente dall’ideologia
credetemi se vi dico
spero che anche i Russi amino i propri figli

Non ci sono precedenti storici
di parole messe in bocca a un Presidente
non esistono guerre che possono essere vinte
è una bugia a cui non crediamo più

Reagan dice – vi proteggeremo tutti –
non sottoscrivo questa opinione
credetemi se vi dico
spero che anche i Russi amino i propri figli

Condividiamo la stessa biologia
indifferentemente dall’ideologia
ciò che potrebbe salvarci, tu ed io
è che anche i Russi amino i propri figli”.

(Traduzione a cura di Marie Jolie)

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Sting, Russians – 3:55
(Sting, Sergei Prokofiev)
Album: The Dream of the blue turtles (1985)
Singolo: “Russians / Gabriel’s message” (1985)

Per altri testi, traduzioni e commenti, guarda la discografia completa di Sting.

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Citazioni.

Russians è un singolo tratto dal primo album solista di Sting, The Dream of the Blue Turtles, pubblicato nel giugno del 1985. Il singolo è stato messo in commercio nel novembre dello stesso, ottenendo dunque un notevole riscontro di pubblico che permise allo stesso album di riportarsi ai primi posti per l’intera stagione primaverile. Analoga sorte ottenne in Italia, anche in virtù della partecipazione di Sting come ospite speciale al Festival di Sanremo 1986. La canzone rappresenta una dichiarazione d’intenti contro l’allora dominante politica estera della guerra fredda e della dottrina della Distruzione mutua assicurata tra Stati Uniti e Russia. La musica, nei versi, riprende un tema di Sergej Sergeevič Prokof’ev (Lieutenant Kije Suite, Op. 60). Un ticchettìo di orologio, richiamo all’iconico Orologio dell’apocalisse, introduce una melodia sontuosa, accompagnata da una partitura orchestrale. La canzone è stata accompagnata da un suggestivo video musicale in bianco e nero diretto dal fotografo Anton Corbijn. Il brano è apparso in alcuni promo della seconda stagione della serie televisiva The Americans, che ha come scenario proprio quello della guerra fredda.
La canzone si focalizza particolarmente sul conflitto che ha dato vita alla guerra fredda tra Stati Uniti d’America ed Unione Sovietica. Il testo non si schiera da nessuna delle due parti (“there’s no monopoly on common sense / On either side of the political fence” – “non c’è monopolio sul buon senso / da entrambi i lati della barricata politica“) ma descrive i pensieri dei cittadini comuni di entrambe le superpotenze e la loro divergenza politica su quanto stava accadendo (“there’s no such thing as a winnable war / It’s a lie we don’t believe anymore” – “non esistono guerre che possono essere vinte / è una bugia a cui non crediamo più“). Sting cita e prende le distanze sia dal presidente statunitense Ronald Reagan che dal premier sovietico Nikita Chruscev. Il cantante spera quindi che “Russians love their children too” (“anche i russi amino i loro bambini”) dal momento che ciò sarebbe a quanto pare l’unica cosa che potrebbe salvare il mondo da un’eventuale cancellazione ad opera delle armi nucleari (che Sting definisce “Oppenheimer’s deadly toy” – “il giocattolo mortale di Oppenheimer”). Storicamente, la guerra fredda si trovava nei suoi anni finali ai tempi in cui venne composta Russians, quando Michail Gorbačëv divenne Segretario generale del PCUS nel marzo del 1985, e nel 1989 Gorbačëv e il successore di Reagan, il presidente George H. W. Bush, decretarono la fine della guerra fredda al summit di Malta, con la conseguente dissoluzione dell’Unione Sovietica avvenuta due anni dopo.
In un’intervista del 2010, Sting ha ammesso di aver trovato l’ispirazione per comporre la canzone dopo aver dato un’occhiata alla TV sovietica: «Avevo un amico all’università che trovò il modo di rubare il segnale del satellite da un’emittente televisiva russa. Avevamo un paio di birre e salimmo su questa piccola scala per guardare la televisione russa… Nella fascia serale avevamo solo televisione russa per bambini, come il loro Sesame Street. Rimasi impressionato dalla cura e dall’attenzione che rivolgevano nei programmi dei loro figli. Mi dispiace che i nostri nemici attuali non abbiano avuto la stessa etica». Sting ha eseguito la canzone ai Grammy Awards del 1986. Questa performance è stata inserita nell’album Grammy’s Greatest Moments, Volume 1 del 1994.
Il cantautore italiano Antonello Venditti aprì una polemica, accusando Sting di un certo qualunquismo e sottolineando come una canzone con un testo così in Italia sarebbe stata oggetto di pesanti critiche: questa sua presa di posizione fu rimarcata da una canzone pubblicata l’estate stessa nell’album Venditti e segreti, intitolata Rocky, Rambo e Sting, dove il solo accostamento del cantautore ai personaggi di Rocky Balboa e John Rambo, due simulacri di un certo edonismo di stampo americano, era sufficiente per esprimere una certa dissociazione. Sting non diede peso a questa polemica, limitandosi, in una intervista a la Repubblica, a rispondere con toni ironici, augurando a Venditti di avere successo e dandogli la sua benedizione. Nel 1986, molti pensarono che la canzone Futuro presentata da Orietta Berti al Festival di Sanremo fosse la continuazione di Russians. Infatti, Sting aveva partecipato come ospite al Festival”.

(Wikipedia, voce Russians)

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Pagine correlate.

Ronald Reagan – Pagina di raccordo

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