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Le canzoni tristi parlano di delusioni d’amore o di occasioni mancate, hanno un ritmo lento ma tollerabile e di solito una sfumatura di ottimismo (o almeno di riscossa) nel finale. Esistono tuttavia canzoni che portano direttamente al dolore (sorrow, all’anglosassone), anche se lo stato d’animo al momento dell’ascolto è sereno. Canzoni che una volta ascoltate e comprese possono sconvolgere una vita, turbare equilibri mentali, portare alla rottura relazioni amorose superficiali. Quando abbiamo cominciato a pensare a questa rassegna, non l’abbiamo fatto per puro spirito masochista (o sadico, magari perché ci piace veder piangere i nostri visitatori). In realtà seguiamo l’idea che la tristezza scaturisca dall’incontro tra il desiderio ed i suoi limiti propri, che costituisca una specie di passaggio obbligato per chiunque cerchi di superare se stesso. E per migliorare se stessi è necessario essere consapevoli di cosa succede intorno e dentro a sé, con uno sguardo non rivolto esclusivamente ai fatti positivi. La tristezza è in un certo senso una risorsa, controbilancia l’euforia (spesso giovanile) che nelle sue forme esuberanti può causare gravi problemi alla nostra esistenza.
In questa sede abbiamo selezionato i brani che, a nostro giudizio, sono i più tristi ma anche i più belli di InfinitiTesti: le migliori opere nel campo dell’arte spesso nascono in momenti di grande tristezza e malinconia degli autori. Ce n’è per tutti i gusti: strazi d’amore, problemi di lavoro, perdita di persone care, rimpianto per vite passate senza un perché, guerre, povertà, malattie, incidenti stradali… Il nostro consiglio è quello di ascoltarne una per volta, al limite due. Prese a dosi massicce, possono provocare danni irreversibili. Noi vi abbiamo avvertito.
(Arturo Bandini, 30 luglio 2012)
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– Vinicio Capossela – Ultimo amore. Capossela ci racconta un amore visto da due punti di vista completamente differenti. Lui la incontra ad una festa, guarda i suoi occhi tristi e le confessa il suo dramma d’uomo lasciato. Lei beve e sorride, e gli racconta che il cuore del suo amore non batterà mai più. Lui con lei capisce che il suo cuore non è avvizzito, e che c’è speranza di amare di nuovo. Lei con lui comprende che la sua felicità è finita, e non potrà più tornare ad amare. Passano una notte intera insieme, con impeto disperato ed appassionato, ma non si può cambiare una storia già scritta dal principio. Il finale è tragico: lei si butta sotto un treno, lui continua ad aspettarla invano all’appuntamento. La chitarra e l’accompagnamento dolce fanno il resto: si prova un dolore che spezza le vene, per dirla con Vinicio. Ascoltata in una notte di mezza estate con l’atmosfera giusta, fa scendere lacrime a profusione. Sconsigliata, pertanto, a chi ha avuto problemi sentimentali da poco e a chi si accorge che potrebbe averne a breve. Cit. “La poteron riconoscere soltanto / dagli anelli bagnati dal suo pianto / il pianto di quell’ultimo suo amore / dovuto abbandonar“.
– Bee Gees – I’ve gotta get a message to you. Un prete che passeggia con un condannato a morte, una confessione che vuol essere un messaggio per la donna amata. Il prete vuole parlargli per l’ultima volta della parola di Dio, non c’è tempo per telefonare, può solo camminare un altro po’. Lui, invece, pensa alla sua donna, vuole dirle qualcosa anche se le ha spezzato il cuore. Vuole dirle di resistere, resistere. Ascoltata distrattamente, può piacere il ritornello corale. Ma il testo è talmente diretto da far comprendere in poche righe il dramma di chi sa che dovrà morire per una sua colpa. Consigliato per riflettere sulla bontà o meno della pena di morte, sconsigliato per l’easy listening, anche per motivi di opportunità. Cit. “Well I laughed but that didn’t hurt / and it’s only her love that keeps me wearing this dirt. / Now I’m crying but deep down inside / well I did it to him, now it’s my turn to die“.
– Jeff Buckley – Hallelujah. L’originale, l’Hallelujah di Leonard Cohen, è uno dei masterpiece della canzone e della poesia degli ultimi due secoli. Ma Jeff Buckley riuscì a farne una versione scarna, voce e chitarra, con un’intensità così forte da lasciare attoniti. La sua dolcezza lascia estasiati, viene voglia di chiudersi in casa da soli e metterla a tutto volume per assaporarne ogni singola nota. Le parole ispirate di Cohen esaltate dal talento musicale di Jeff. Ma se a questo capolavoro si unisce la storia della morte di Buckley per annegamento solo tre anni dopo, si può tranquillamente annoverare questa interpretazione tra le più tristi della storia. Consigliato come brano da dedicare al proprio funerale, così da far vedere che la vita ha avuto un senso almeno alla fine. Sconsigliato se soffrite di depressione, potrebbe seriamente accentuarla. Cit. “And it’s not a cry that you hear at night / It’s not somebody who’s seen in the light / It’s a cold and it’s a broken Hallelujah“.
– Kansas – Dust in the wind. Polvere nel vento, siamo tutti polvere nel vento. Tutto ciò che siamo è polvere nel vento. Non si può dire che i Kansas brillino di ottimismo, e anche l’arrangiamento si accompagna al testo (più che) vagamente fatalista. Le chitarre acustiche, un coro con voci tristi, l’atmosfera cupa aleggiano su un brano che è diventato un must negli anni ’70. Anche per la sua orecchiabilità generale, che ne ha consentito un’ottima programmazione radiofonica che resiste tuttora. Il messaggio che ne deriva, però, è chiaramente destabilizzante per chi vuole passare una vita in tranquillità senza pensare a troppe questioni filosofiche. Consigliato a chi ama la chitarra e non conosce l’inglese, sconsigliato a chi si interroga su chi e cosa veramente siamo. Cit. “Crumbles to the ground / though we refuse to see / dust in the wind / all we are is dust in the wind“.
– Fabrizio De André – Il suonatore Jones. In uno dei suoi migliori album, Non al denaro, non all’amore, né al cielo del 1971, De André non inserì molti brani allegri. Anzi, potremmo dire che tutte le canzoni lasciavano trasparire sentimenti di amarezza, delusione e tristezza. Il suonatore Jones, comunque, le batte tutte. A partire dall’arrangiamento, chitarra e flauti, racconta in poche parole la vita di un musicista errante, amante della propria libertà, finito a morire in un campo d’ortiche, probabilmente per mano di quelli che hanno sempre odiato la libertà degli altri. Consigliato a chi ama la buona musica ed i suoi sentimenti, sconsigliato a tutti gli altri. De André si ama o si odia, non ci sono mezze misure. Cit. “Finii con i campi alle ortiche / finii con un flauto spezzato / e un ridere rauco / ricordi tanti / e nemmeno un rimpianto”.
– Ivan Graziani – Firenze (Canzone triste). In un’intervista Graziani raccontò d’aver rimesso mano a questa canzone più volte, perché nella versione voluta dal suo precedente produttore “era diventata un film”. Lui ne ha ripreso le redini, ne ha curato l’aspetto musicale – intenso e delicato -, ha tagliato il testo in modo che potesse essere più diretto, ed è venuto fuori uno dei capolavori della musica italiana. Un triangolo amoroso, lui, lei e l’altro (pure straniero). Lui ama lei, lei non si adatta alla città, una Firenze austera e severa che non le perdona nessun errore. Lei va via, l’altro torna in Irlanda con la sua laurea in filosofia, lui rimane solo. Senza più nessuno che gli parli ancora di lei. Un dramma della solitudine e della malinconia. Ma d’altronde è una “canzone triste” sin dal titolo. Consigliato a chi ama intrecci sentimentali anche non a lieto fine, sconsigliato a chi ha qualche incertezza d’amore e si sente troppo solo. Potrebbe accentuare il problema. Cit. “Caro il mio Barbarossa / […] / la tua vita non cambierà / ritornerai in Irlanda / con la tua laurea in filosofia / ma io che farò in questa città? / Fottuto di malinconia e di lei“.
– Beatles – Eleanor Rigby. I Beatles cantano la solitudine di una vita inutile. Eleanor Rigby è una persona sola, raccoglie il riso in una chiesa dove prima c’è stato un matrimonio. Si trucca, vive in un sogno, sperando che qualcuno un giorno possa portarla via di lì. Eleanor Rigby muore, nessuno si presenta al suo funerale per ricordarla. Padre Mckenzie compie l’ultimo gesto di umanità, scrivendo le parole di un sermone che nessuno ascolterà. E che dedicherà a tutte quelle persone che non hanno nessuno da amare e amate da nessuno. Il brano è splendido, uno dei migliori dei Beatles, il finale è decisamente tragico: tutte queste persone sole a chi appartengono? Consigliato a chi si occupa dei problemi degli altri, sconsigliato a chi vive veramente in solitudine e comincia a sentirne il peso. Cit. “Father Mckenzie writing the words / of a sermon that no one will hear / No one comes near“.
– Pooh – L’anno il posto l’ora. L’introduzione è tragica: nel cielo artico un pilota sta cadendo con il suo aereo, e si rende conto di quello che sta succedendo istante per istante. Vede la nera ombra di rondine sui ghiacci azzurri, poetica definizione della sagoma del suo velivolo in caduta. La sua mente rincorre colori e voci della sua vita, che passano e vanno via. E in un istante arriva la dolce atmosfera familiare, con il suo bambino che dorme, sua moglie che vive da sola, tra una coperta da finire e una vicina con cui parlare. Tutti aspettano il suo ritorno, la moglie per il loro anniversario, e anche la madre che non sa se quell’anno riuscirà ad andare un po’ da loro. Le voci morbide dei Pooh riescono a far cambiare spazio e tempo con affascinante ritmica, fino al finale straziatamente ottimista. E non dite a lei: “non lo rivedrai”, ma “non si sa, forse tornerà”. Consigliato a chi ama le dolci situazioni familiari, decisamente sconsigliato a chi ha una persona cara in viaggio. Cit. “È già estate a casa mia / e di notte c’è la luna / lei m’ha scritto se potrò / stare a casa oppure no / per il nostro anniversario. / C’è mia madre che non sa / se quest’anno riuscirà / a venire un po’ da noi“. Ma tutto mentre “ciò che volava in alto ormai non vola più / e sto cadendo giù“.
– James Blunt – Carry you home. Cit. “As strong as you were, tender you go / I’m watching you breathing for the last time / A song for your heart, but when it is quiet / I know what it means and I’ll carry you home / I’ll carry you home“.
– Bob Dylan – Not dark yet. Cit. “I was born here and I’ll die here against my will / I know it looks like I’m moving, but I’m standing still / Every nerve in my body is so vacant and numb / I can’t even remember what it was I came here to get away from / Don’t even hear a murmur of a prayer / It’s not dark yet, but it’s getting there“.
– Manà – En el muelle de San Blas. Cit. “Su cabello se blanqueó / pero ningún barco a su amor le devolvía / y en el pueblo le decían / le decían la loca del muelle de San Blas“.
– Leonard Cohen – Famous blue raincoat. Cit. “And what can I tell you my brother, my killer / What can I possibly say? / I guess that I miss you, I guess I forgive you / I’m glad you stood in my way“.
– James Blunt – No bravery. Cit. “Old men kneel and accept their fate / Wives and daughters cut and raped / A generation drenched in hate / Yes, he has been here“.
– Chris de Burgh – Moonlight and vodka. Cit. “Tonight there’s a band, it ain’t such a bad one / Play me a song, don’t make it a sad one / I can’t even talk to these Russian girls / The beer is lousy and the food is worse / And it’s so damn cold, yes it’s so damn cold“.
– Bruce Springsteen – Wreck on the highway. Cit. “An ambulance finally came and took him to Riverside / I watched as they drove him away / And I thought of a girlfriend or a young wife / And a state trooper knocking in the middle of the night / To say your baby died in a wreck on the highway“.
– Herbert Pagani – Albergo a ore. Cit. “Lo so, che non c’entro, però non è giusto / morire a vent’anni e poi, proprio qui / me li hanno incartati nei bianchi lenzuoli / e l’ultimo viaggio l’han fatto da soli / né fiori né gente, soltanto un furgone / ma là dove stanno, staranno benone“.
– Dire Straits – Telegraph Road. Cit. “I used to like to go to work but they shut it down / I got a right to go to work but there’s no work here to be found / Yes and they say we’re gonna have to pay what’s owed / We’re gonna have to reap from some seed that’s been sowed“.
– Marianne Faithfull – Sister Morphine. Cit. “Hey, Sister Morphine, you’d better make up my bed / For you know and I know in the morning I’ll be dead / And you can sit around and you can watch / the clean white sheets stained red“.
– Francesco Guccini – Canzone per un’amica. Cit. “Non lo sapevi, ma cosa hai sentito / quando lo schianto ti ha uccisa / quando anche il cielo di sopra è crollato / quando la vita è fuggita / quando la vita è fuggita…“.
– Francesco Guccini – Il pensionato. Cit. “Diremo forse un giorno: “Ma se stava così bene…” / Avrà il marmo con l’angelo che spezza le catene / coi soldi risparmiati un po’ perchè non si sa mai / un po’ per abitudine: “eh, son sempre pronti i guai” / Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti / “Piacere”, “E’ mio”, “Son lieto”, “Eravate suoi parenti?”.
– Claudio Lolli – Morire di leva (Ad un amico siciliano). Cit. “Questa è la storiadi un povero soldato / che in una notte d’estate s’è ammazzato / stringersi al collo una cinghia di cuoio / non si fa in tempo neanche a pensare muoio“.
– Herbert Pagani – Un capretto. “Un bambino su un vagone va al macello del giovedì / non s’è ancora rassegnato a morire proprio così / chiede ad un soldato: “salvami se puoi” / e lui con la mano lo rimette in fila e poi risponde / “Siete in tanti sulla terra, io non c’entro credi a me / c’è chi paga in ogni guerra / e questa volta tocca a te”“.
– Terry Jacks – Seasons in the sun. Cit. “Goodbye, Michelle, it’s hard to die / when all the birds are singing in the sky / now that spring is in the air / with the flowers everywhere / I wish that we could both be there“.
– Rosie Thomas – Farewell. Cit. “I never asked you / for sailboat in the yard / that fancy dress to wear / ceiling made of stars / and all I got was just / this broken heart from you / I’m done”.
– George Jones – He stopped loving her today. Cit. “He stopped loving her today / they placed a wreath upon his door / and soon they’ll carry him away / he stopped loving her today“.
– Coldplay – What if. Cit. “Every step that you take could be your biggest mistake / it could bend or it could break / but that’s the risk that you take / what if you should decide / that you don’t want me there in your life / that you don’t want me there by your side“.
– James Taylor – Fire and rain. Cit. “Just yesterday morning they let me know you were gone / Suzanne the plans they made put an end to you / I walked out this morning and I wrote down this song / I just can’t remember who to send it to“.
– Víctor Jara – Te recuerdo Amanda. Cit. “Que partió a la sierra, que nunca hizo daño / que partió a la sierra / y en cinco minutos quedó destrozado / suenan las sirenas de vuelta la trabajo / muchos no volvieron, tampoco Manuel…“.
– Alberto Fortis – La sedia di lillà. Cit. “Stava immobile nel letto / con le gambe inesistenti / e una piaga sulla bocca / che seccava il suo sorriso / mi parlava rassegnato / con la lingua di chi spera / di chi sa che è prenotato / sulla sedia di lillà“.
– The Verve – The drugs don’t work. Cit. “‘Cause baby, if heaven calls I’m coming, too / just like you said / you leave my life / I’m better off dead“.
– Neil Diamond – Shilo. Cit. “Had a dream and it filled me with wonder / she had other plans / – Got to go – said / she’d know I’d understand / I understand“.
– Gilbert O’Sullivan – Alone again (Naturally). Cit. “And at sixty-five years old / my mother, God rest her soul / couldn’t understand why the only man / she had ever loved had been taken / leaving her to start / with a heart so badly broken“.
– Brad Paisley (feat. Alison Krauss) – Whiskey lullaby (2003, testo e traduzione). Cit. “We found him with his face down in the pillow / with a note that said I’ll love her till I die / and when we buried him beneath the willow / the angels sang a whiskey lullaby“.
– Gillian Welch – Orphan girl (1996, testo e traduzione). Cit. “I am an orphan on God’s highway / but I’ll share my troubles / if you go my way / I have no mother, no father / no sister, no brother / I am an orphan girl“.
– Pearl Jam – Last kiss. Cit. “I held her close I kissed her, our last kiss / I found the love that I knew I had missed / well now she’s gone even though I hold her tight / I lost my love, my life that night“.
– John Prine – Sam Stone (1971, testo e traduzione). Cit. “There’s a hole in daddy’s arm where all the money goes / Jesus Christ died for nothing I suppose / little pictures have big ears / don’t stop to count the years / sweet songs never last too long on broken radios“.
– Kris Kristofferson – Casey’s last ride (1970, testo e traduzione). Cit. ““Oh,” she said, “I suppose you seldom think about me” / “Now,” she said, “Now that you’ve a fam’ly of your own” / “Still,” she said, “It’s so blessed good to feel your body” / “Lord,” she said, “Casey, it’s a shame to be alone”“.
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