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You keep saying you’ve got something for me
something you call love, but confess
you’ve been messin’
where you shouldn’t have been a messin’
and now someone else is gettin’ all your best.
These boots are made for walking
and that’s just what they’ll do
one of these days these boots
are gonna walk all over you.
You keep lying, when you oughta be truthin’
and you keep losin’ when you oughta not bet
You keep samin’ when you oughta be changin’
Now what’s right is right
but you ain’t been right yet.
These boots are made for walking
and that’s just what they’ll do
one of these days these boots
are gonna walk all over you.
You keep playin’ where you shouldn’t be playin
and you keep thinkin’ that you´ll never get burnt
I just found me a brand new box of matches yeah
and what he know you ain’t HAD time to learn.
These boots are made for walking
and that’s just what they’ll do
one of these days these boots
are gonna walk all over you”.
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Traduzione.
Tu continui a dire
che hai qualcosa per me
qualcosa che chiami amore, ma confessa
hai fatto confusione
quando non avresti dovuto fare confusione
e ora qualcun’altra
si sta prendendo tutto il meglio di te
Questi stivali sono fatti per camminare
ed è proprio quello che faranno
prima o poi, questi stivali
ti calpesteranno
Tu continui a mentire
quando dovresti dire la verità
e continui a perdere
quando non dovresti scommettere
e continui a essere lo stesso
quando dovresti cambiare
quel che è giusto è giusto
ma tu non vai ancora bene
Questi stivali sono fatti per camminare
ed è proprio quello che faranno
prima o poi, questi stivali
ti calpesteranno
Tu continui a giocare
quando non dovresti giocare
continui a pensare
che non ti brucerai mai
beh, ho appena trovato
una scatola di fiammiferi nuova di zecca
e quel che sa lui
tu non avrai mai il tempo di imparare”.
(Traduzione a cura di Francesco Komd)
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Nancy Sinatra, These boots are made for walking – 2:45
(Lee Hazlewood)
Album: Boots (1966)
Singolo: “These boots are made for walkin’ / The city never sleeps at night” (1966)
Brano inserito nella colonna sonora dei film Full Metal Jacket (1987) diretto da Stanley Kubrick, con Matthew Modine e Adam Baldwin; Amiche per sempre (1995, tit. orig. Now and Then) diretto da Lesli Linka Glatter, con Christina Ricci e Thora Birch; Austin Powers – Il controspione (1997, tit. orig. Austin Powers: International Man of Mystery) diretto da Jay Roach, con Mike Myers ed Elizabeth Hurley; Ocean’s 8 (2018) diretto da Gary Ross, con Sandra Bullock, Cate Blanchett e Anne Hathaway.
Brano inserito nella rassegna Colonne Sonore di InfinitiTesti.
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Significato e citazioni.
“Finché sarò padrone in casa mia questi stivali cammineranno su di lei, disse il vecchio rivolto alla giovane moglie appoggiando i suoi stivali sul bancone del bar, tra le risate generali degli avventori. Lo spunto per una delle canzoni pop di maggiore successo degli anni 60 era giunto a Lee Hazlewood così, origliando una conversazione casuale durante una sera passata in un locale in Texas. Tuttavia quella frase – non esattamente gentile, in effetti – suonava troppo dura e cattiva se messa in bocca a un uomo; cantata da una donna, invece, sarebbe risultata divertente ed ironica (oltre che proto-femminista, certo). E’ quello che sosteneva con forza Nancy Sinatra, che era stata affidata alle cure del songwriter e produttore per dare una spinta decisiva a una carriera che stentava a decollare (iniziata nel 1961 all’ombra del padre Frank, era proseguita a singhiozzo con sporadiche hit in Europa e Giappone). Hazlewood riesce così a renderla una star, dandole un’identità (la fa cantare con timbro baritonale, da maschio), un suono (forgiato con l’aiuto della Wrecking Crew di Los Angeles, i musicisti di Phil Spector e Beach Boys) e soprattutto le canzoni giuste. A partire proprio da These boots are made for walkin’, che si rivela una vera e propria bomba (numero 1 in tutto il mondo, più di sei milioni di copie vendute) e lancia definitivamente Nancy come delle icone pop del decennio, in grado di dettare i trend del momento con le sue pose camp e il suo look (a lei si deve la moda dei go-go boots, gli appariscenti e coloratissimi stivali alti senza tacco, vera e propria sensazione di metà 60). Al punto che, in seguito a una sua visita ai soldati americani in Vietnam, il pezzo viene da loro adottato come inno non ufficiale; lo si può ascoltare in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, una delle più crude ed incisive trasposizioni cinematografiche di quel conflitto”.
(Ezio Guaitamacchi, 1000 canzoni che ci hanno cambiato la vita, Rizzoli, 2009, p. 203)
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