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“Yo soy un hombre sincero
de donde crece la palma
y antes de morirme quiero
echar mis versos del alma.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Mi verso es de un verde claro
y de un carmin encendido
mi verso es un ciervo herido
que busca en el monte amparo.
Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera
Cultivo una rosa blanca
en Julio como en Enero
para el amigo sincero
que me da su mano franca.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Y para el cruel que me arranca
el corazón con que vivo
cardo ni urtiga cultivo
cultivo la rosa blanca.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Yo sé de un pesar profundo
entre las penas sin nombres
la esclavidad de los hombres
es la gran pena del mundo!
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Con los pobres de la tierra
quiero yo mi suerte echar
con los pobres de la tierra
quiero yo mi suerte echar
el arroyo de la sierra
me complace más que el mar.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera”.
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Traduzione.
“Io sono un uomo sincero
di dove cresce la palma
e voglio, prima di morire
dall’anima far uscire i miei versi.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Il mio verso è di un verde chiaro
ed è di un carminio acceso
il mio verso è un cervo ferito
che nel bosco cerca riparo.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Coltivo una rosa bianca
a luglio come a gennaio
per l’amico sincero
che mi dà la sua mano franca.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
E per il crudele che mi strappa
il cuore con cui vivo
né cardo né ortica coltivo
coltivo la rosa bianca.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Io so di un dolore profondo
fra le pene senza nome
la schiavitù degli uomini
è la gran pena del mondo
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Ai poveri della terra
voglio unire il mio destino
il ruscello del monte
mi piace più del mare
il ruscello del monte
mi piace più del mare”.
(Traduzione a cura di Riccardo Venturi, pubblicata sul sito Canzoni contro la guerra)
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Celia Cruz, Guantanamera – 3:03
Album: Irresistible (1995)
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Altre versioni.
1. Joan Baez – Guantanamera (1974, testo e traduzione)
2. León Gieco – Guajira guantanamera (1989, testo e traduzione)
3. Nana Mouskouri – Guantanamera (1967, versione francese, testo e traduzione)
4. Pete Seeger – Guantanamera (1963, testo e traduzione in inglese)
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Citazioni.
“Guantanamera è il titolo di una canzone popolare cubana di grande fama internazionale, le cui origini risalgono al XIX secolo. La serenata dedicata a tempo di bolero ad una “guajira guantanamera” (“contadina della città di Guantánamo”), ha come sfondo le lotte di indipendenza che infiammavano la allora colonia spagnola alla fine del XIX secolo. Il suo carattere romantico unito ai valori patriottici che esprime, ne fanno una delle canzoni più amate dai cubani. Nel 1993 la musica è stata attribuita dalla corte suprema di Cuba al popolare personaggio radiofonico degli anni Trenta José Fernández Diaz, meglio noto come Joseíto Fernández, dopo aver respinto il ricorso degli eredi di Herminio “El Diablo” García Wilson, secondo i quali quest’ultimo ne era il compositore originale. In ogni caso fu sicuramente Joseíto Fernández che la portò al successo dai microfoni della popolare radio CMQ de l’Avana, sebbene il testo fosse diverso dall’attuale. Durante le trasmissioni la cantava riferendosi anche ad altre contadine, una volta guajira vueltabajera, un’altra guajira holguinara, ma quando si innamorò della gelosissima guajira guantanamera, questa lo sorprese a parlare con un’altra e fuggì via, e da quel momento Joseíto la cantò solo per lei.
Secondo alcune fonti l’origine di tale musica era il bolero creolo in uso attorno al 1830 nella zona di Guantánamo, nella Cuba orientale, che a sua volta affondava le sue origini nella “passacaglia” spagnola di 100 anni prima, una lenta danza in tempo triplo basata su uno schema armonico che si ripeteva su quattro o otto battute. Nella versione di Guantánamo del 1830 l’esecuzione alla chitarra di tale schema collegava l’aria alla “montuna”, che era il tipo di bolero suonato nella Cuba orientale, distinto da quello che si suonava in altre zone cubane, chiamato “son”.
Tra i vari personaggi che reclamano la paternità del testo, il più accreditato è il musicista spagnolo naturalizzato cubano Julián Orbón, che nel 1949 adattò alla musica il testo della poesia di apertura dei “Versos Sencillos” (“Versi Semplici”), una raccolta di poesie scritte nel 1878 dal poeta ed eroe dell’indipendenza cubana José Martí. Secondo altre fonti tale poesia fu adattata dal musicista cubano Héctor Angulo, allievo di Orbón, che in seguito la fece conoscere al cantautore folk americano Pete Seeger, questi la portò alla fama mondiale e la fece registrare a nome Martí, Angulo e Seeger, dando il via ad una disputa giudiziaria. Orbón vinse la causa ma ottenne solo di comparire come arrangiatore assieme agli altri tre. I diritti sulla canzone sono stati registrati in Spagna da Joseíto Fernández presso la SGAE, l’analogo iberico della SIAE italiana, e negli USA da Angulo per conto della Fall River Music”.
(Wikipedia, voce Guantanamera)
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“José Martí Pérez nasce all’Avana il 28 gennaio 1853. Giovanissimo rimane molto colpito dall’arresto e dalla deportazione di un suo vecchio insegnante da parte dei dominatori spagnoli. Da quel primo impatto traumatico decide di dedicare buona parte della sua vita alla causa dell’indipendenza cubana. A diciassette anni viene arrestato dalla polizia per una lettera compromettente e deportato all’Isla de Pinos (ribattezzata dal 1978 Isla de la Joventud) e successivamente confinato a Madrid, dove scrive “El presidio político en Cuba”, pubblicato nel 1877, in cui appare un’aperta denuncia degli orrori del carcere coloniale. La sua opera omnia in prosa, costituita da scritti politici, analisi economiche e resoconti sociali di visite nei paesi del Caribe (Haiti, Jamaica, Santo Domingo, ecc.) è raccolta in 12 volumi. Statista insigne, uomo di lettere e d’azione, indipendentista e sognatore, ispira e guida la guerra emancipatrice del 1895, alla quale dedica tutte le sue energie e il suo impegno per unire le classi e i settori interessati all’obiettivo della liberazione nazionale. Raggruppa tutti i cubani emigrati ed esiliati fondando e organizzando il primo partito rivoluzionario di Cuba, determinato a lottare per una repubblica democratica. La sua visione sintetica, lucida e “globale” delle problematiche pre/post coloniali, lo colloca nella posizione di “Padre della Patria”. In molti si chiedono dove trovasse il tempo per conciliare la figura rigorosa di scrittore prolifico, giornalista e poeta sensibile con quella di uomo brillante, viaggiatore, con una vita privata e familiare costellata di amori intensi. Un pensatore lucido, capace di elaborare un arsenale di idee d’avanguardia che sarebbero servite da bandiera non solo per i rivoluzionari del suo tempo, ma anche per quelli delle generazioni successive. Schierato a fianco del generale Máximo Gómez cade in battaglia nel 1895, a Boca de Dos Rios.
La popolarità dei “Versos sencillos” (Versi semplici), pubblicati a New York nel 1891, fu immediata ed alcuni dei versi vennero “campionati” e reinseriti, come in un collage (secondo alcuni musicologi) dal musicista spagnolo Julián Orbón, fino a costituire le strofe originali della canzone “Guantanamera“, resa poi famosa dal cantante e compositore cubano Joseíto Fernández, che a partire dal 1948, con la musica e il ritornello cantava alla radio improvvisando sugli avvenimenti quotidiani e attingendo alla cronaca rosa. Tuttavia altre fonti attribuiscono la stesura finale di “Guantanamera” al musicista cubano Héctor Angulo nel 1950. Grazie infine all’opera divulgativa del grande cantante folk statunitense Pete Seeger (uno dei maestri di Bob Dylan) il tema, eseguito per la prima volta in concerto l’8 giugno 1963 alla Carnegie Hall, divenne famoso anche a livello internazionale.
Su Martí si potrebbero scrivere fiumi di parole e trattati, a livello biografico, politico e di analisi/critica letteraria. In ogni scuola, istituto, facoltà universitaria, ministero, museo, giardino o piazza principale di Cuba c’è un suo busto o ritratto. Sotto l’obelisco di Plaza de La Revolución all’Avana si può visitare un grosso mausoleo che raccoglie tutto lo scibile sul suo conto. La sua visione globale e modernista e il suo esempio morale hanno ispirato e sorreggono tuttora come pilastri indistruttibili l’etica rivoluzionaria del governo castrista. L’attribuzione “tout court” a Pete Seeger è spesso dovuta senz’altro al fatto che è stato lui a diffondere mondialmente la canzone (senz’altro una delle più note al mondo, e non solo tra quelle per la pace e per la libertà); ma non è corretta”.
(Marco Sacchetti, dal sito Canzoni contro la guerra)
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