Elis Regina – O bêbado e a equilibrista (testo e traduzione)

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“Caía a tarde feito um viaduto
e um bêbado trajando luto
me lembrou Carlitos

A lua tal qual a dona do bordel
pedia a cada estrela fria
um brilho de aluguel

E nuvens lá no mata-borrão do céu
chupavam manchas torturadas
que sufoco!
Louco!
O bêbado com chapéu-coco
fazia irreverências mil
pra noite do Brasil
meu Brasil!

Que sonha com a volta do irmão do Henfil
com tanta gente que partiu
num rabo de foguete
chora
a nossa Pátria mãe gentil
choram Marias e Clarisses
no solo do Brasil

Mas sei que uma dor assim pungente
não há de ser inutilmente
a esperança
dança na corda bamba de sombrinha
e em cada passo dessa linha
pode se machucar


Azar!
A esperança equilibrista
sabe que o show de todo artista
tem que continuar”.

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Traduzione.

“Cadeva la notte come un viadotto
e un ubriaco vestito a lutto
mi ricordò Charlot

La luna tale e quale
la padrona di un bordello
chiedeva a ogni stella fredda
un compenso per l’affitto

E le nuvole là
nella carta assorbente del cielo
assorbivano macchie torturate
che asfissia!
Pazzo!
L’ubriaco con la bombetta
faceva irriverenze a mille
nella notte del Brasile
Brasile mio!

Che sogna il ritorno del fratello di Henfil
con tanta gente che è partita
nella scia d’un razzo
piange
la nostra Patria madre gentile
piangono le Marie e le Clarisse
sul suolo del Brasile

Ma so che un dolore tanto pungente
non può essere inutilmente
la speranza
danza col suo ombrellino
sulla corda instabile
e a ogni passo su questo filo
può farsi male

Sfortuna!
La speranza equilibrista
sa che lo show dell’artista
deve continuare”.

(Traduzione a cura di Giuliano Lotti)

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Elis Regina, O bêbado e a equilibrista – 3:25
(testo: Aldir Blanc, musica: João Bosco)
Album: Essa Mulher (1979)

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Riferimenti.

Incisa nel 1979 in pieno regime militare, questa canzone è il ritratto di un’epoca che ha segnato la storia recente del Brasile. “O Bêbado e A Equilibrista” divenne l’inno della campagna che chiedeva un’amnistia in favore di esiliati e detenuti politici (1). Interamente costruita su metafore, riferimenti allusivi e rimandi a fatti di cronaca, è una canzone di non facile comprensione. L’ubriaco che troviamo già nel titolo è la metafora di coloro che, inebriati dal desiderio di libertà, alzano la voce contro la dittatura. L’equilibrista, caratterizzato da una precarietà che un nonnulla può far precipitare, rappresenta la speranza. Quella fragile speranza nella fine dell’autoritarismo, la cui esistenza era incerta come l’incedere dell’equilibrista col suo ombrellino lungo la corda sospesa. Vediamo in dettaglio i versi che risultano meno comprensibili:
Cadeva la notte come un viadotto” – Al calar della sera arriva la notte, il buio: la dittatura. Una notte che cade plumbea e mortale come il viadotto che, a Rio de Janeiro nel 1971, era crollato su autobus e automobili facendo 29 vittime. (In rete viene riportato che la disgrazia avvenne a Belo Horizonte, ma in quel caso a cadere non fu un viadotto bensì il Padiglione delle Esposizioni.)
E un ubriaco vestito a lutto” – L’ubriaco, ossia chi non si rassegna passivamente al regime, è in lutto per la morte della democrazia e di quanti sono stati arrestati, torturati e uccisi.
Mi ricordò Charlot” – Il malinconico omino girovago interpretato da Charles Chaplin, che si ribellava ai soprusi dell’omone prepotente e chiudeva ogni sua avventura allontanandosi lungo una strada che ispira un’idea di libertà, rappresenta gli artisti di cui è il massimo emblema. Artisti che, come Charlot, non accettano di subire passivi le ingiustizie.
La luna tale e quale la padrona di un bordello” – La Luna rappresenta la classe politica, i cui componenti erano fantocci nelle mani dei generali golpisti e venivano sprezzantemente chiamati “Lune nere”. L’origine di questo nomignolo deriva dal fatto che per indicare quanto i parlamentari fossero ossequiosi verso i militari, si usava dire che se un generale avesse detto che la Luna è nera, i fantocci di Camera e Senato avrebbero accolto quell’evidente assurdità come un dogma. Quanto al “bordello” è il Parlamento, che a causa dei traffici immorali che vi si praticavano veniva paragonato a un postribolo.
Chiedeva a ogni stella fredda” – Le stelle fredde sono i generali, con le loro stellette sulle spalline. Glaciali, distanti, detenevano il vero potere operando dietro le quinte, ma al fine arricchire sé stessi e i loro tirapiedi “Lune nere”.
Un compenso per l’affitto” – Come la proprietaria di un bordello, la Luna (i politici) chiede alle “stelle fredde” un compenso, un tornaconto personale.
E le nuvole là nella carta assorbente del cielo” – Le nubi sono i torturatori: irraggiungibili, intoccabili, liberi nel loro arbitrio criminale. In portoghese “carta assorbente” si chiama “mata-borrão“. Il primo termine significa “ammazza”, il secondo “macchia, sgorbio, errore”. La metafora indica il DOI-CODI, la polizia politica dell’epoca, che fungeva da “mata-borrão” del regime, in quanto cancellava le “macchie” del sistema, ossia i dissidenti. Il cielo raffigura le carceri, dove le nubi/torturatori e la carta assorbente/polizia politica agiscono indisturbati.
Assorbivano macchie torturate” – La pratica della tortura era prassi comune conto gli oppositori/macchie da cancellare.
Che asfissia!” – Il termine “sufoco“, qui tradotto con “asfissia”, ha anche un significato figurato di situazione senza uscita, disperante.
Pazzo! L’ubriaco con la bombetta, faceva irriverenze a mille” – Resi incoscienti (pazzi) dall’indignazione, gli artisti esprimono pubblicamente le loro critiche irriverenti. Questa canzone ne è un esempio.
Nella notte del Brasile” – La notte, ossia il periodo buio in cui è caduto il Brasile con l’avvento della dittatura. All’epoca questo paragonare e il suo complemento (l’alba come il ripristino della democrazia) erano metafore molto ricorrenti.
Brasile mio! Che sogna il ritorno del fratello di Henfil” – Henfil fu un noto vignettista satirico, il cui fratello Herbert José de Sousa era un insigne sociologo, istituzionalmente impegnato nella riforma agraria. Dopo il golpe del 1964 fu molto attivo contro la dittatura, e nel 1971 dovette fuggire in Cile, dove fu consulente del presidente Allende fino all’avvento di Pinochet del 1973, quando dovette fuggire nuovamente.
Con tanta gente che è partita” – Il numero degli esiliati politici è lungo. Per quanto riguarda l’ambiente musicale, comprende praticamente tutti i nomi più noti (2).
Piangono le Marie e le Clarisse” – Maria è la vedova di Manuel Filho, un operaio metalmeccanico arrestato il 16 gennaio del 1976 con l’accusa di far parte del disciolto Partito Comunista Brasiliano e morto sotto tortura il giorno successivo. Una nota ufficiale degli organi di sicurezza sosteneva che si era suicidato in cella impiccandosi con le sue calze. Clarisse era la moglie di Vlado Herzog, affermato giornalista e drammaturgo, anche lui torturato a morte dalla DOI-CODI. Anche in quel caso una nota ufficiale sosteneva che Herzog si era suicidato in cella impiccandosi con la cintura della tuta in dotazione ai detenuti; tuta che però era sprovvista di cintura. Una versione talmente maldestra, che venne smontata persino dal verdetto di un tribunale quando si era ancora negli “anni di piombo” del regime militare.
Sfortuna!” – Il termine portoghese “azar” significa disgrazia, malasorte, azzardo, ma in ambiente militare è impiegato come esclamazione col significato di “si fotta!”.

(Giuliano Lotti, 16 giugno 2014)

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Note.

(1) L’amnistia venne poi concessa il 28 agosto 1979, ma non fu un gesto di magnanima onestà. Il regime era sempre più in difficoltà e cominciava a intravedersi l’eventualità di un ritorno alla democrazia. Così, mentre da un lato venivano accolte solo alcune delle richieste della piazza, i militari approfittarono della cosiddetta “Legge dell’amnistia” per mettere al riparo da eventuali conseguenze penali mandanti ed esecutori di arresti illegali, torture, omicidi e sparizioni di dissidenti. Nella Costituzione promulgata nel 1988, un apposito articolo cercò di scardinare questa auto-conferita impunità, in base al principio internazione che considera non prescrivibili crimini come la tortura. Il braccio di ferro ingaggiato in anni recenti tra l’Avvocatura dello Stato (a favore dei militari) e l’Ordine degli Avvocati del Brasile, dopo vari pronunciamenti si è definitivamente concluso nel 2010, con una sentenza (alquanto controversa) del Supremo Tribunal Federal che rigettava la mozione degli avvocati.

(2) Praticamente tutti ma non tutti. Il cantante Roberto Carlos per esempio, insieme al calciatore Pelé, fu un testimonial del regime militare.

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