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“Por esse pão pra comer
por esse chão pra dormir
a certidão pra nascer
e a concessão pra sorrir
por me deixar respirar
por me deixar existir
Deus lhe pague
Pelo prazer de chorar
e pelo “estamos aí”
pela piada no bar
e o futebol pra aplaudir
um crime pra comentar
e um samba pra distrair
Deus lhe pague
Por essa praia, essa saia
pelas mulheres daqui
o amor malfeito depressa
fazer a barba e partir
pelo domingo que é lindo
novela, missa e gibi
Deus lhe pague
Pela cachaça de graça
que a gente tem que engolir
pela fumaça, desgraça
que a gente tem que tossir
pelos andaimes, pingentes
que a gente tem que cair
Deus lhe pague
Por mais um dia, agonia
pra suportar e assistir
pelo rangido dos dentes
pela cidade a zunir
e pelo grito demente
que nos ajuda a fugir
Deus lhe pague
Pela mulher carpideira
pra nos louvar e cuspir
e pelas moscas-bicheiras
a nos beijar e cobrir
e pela paz derradeira
que enfim vai nos redimir
Deus lhe pague”.
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Traduzione.
“Per questo pane da mangiare
per questo pavimento su cui dormire
il certificare che siamo nati
e l’autorizzazione a sorridere
per lasciarmi respirare
per lasciarmi esistere
che Dio ti benedica
Per il piacere di piangere
e per il “ci siamo”
per la barzelletta al bar
e il calcio per applaudire
un delitto da commentare
e un samba per distrarsi
che Dio ti benedica
Per la spiaggia, la femmina
per le donne di qua
l’amore fatto male di fretta
il farsi la barba e partire
per la domenica che è bella
la telenovela, la messa e i fumetti
che Dio ti benedica
Per la cachaça gratis
che dobbiamo ingoiare
per il fumo, disgrazia
che dobbiamo tossire
per i ponteggi, penzolanti
da cui dobbiamo cadere
che Dio ti benedica
Per un ulteriore giorno, agonia
per sopportare e assistere
per il digrignare dei denti
per il ronzare della città
e per il grido demente
che ci aiuta a fuggire
che Dio ti benedica
Per le prefiche che al funerale
ci lodano e ci sputano
e per le mosche infettanti
che ci baciano e ricoprono
e per la pace eterna
che alla fine ci redimerà
che Dio ti benedica”.
(Traduzione a cura di Giuliano Lotti)
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Chico Buarque, Deus lhe pague – 3:19
(Chico Buarque)
Album: Construção (1971)
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Riferimenti.
Scritta nel 1971, “Deus lhe pague” è da valutare nel contesto sociale dell’epoca, caratterizzato dall’opprimente regime militare. Descrive quindi una vita piena di amarezze, ingiustizie sociali e prevaricazioni, per i quali si era pure costretti a ringraziare chi governava.
(Giuliano Lotti, 12 settembre 2014)
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