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“Turn off your mind
relax and float down stream
it is not dying, it is not dying
lay down all thoughts
surrender to the void
it is shining, it is shining
that you may see the meaning of within
it is being, it is being
that love is all and love is everyone
it is knowing, it is knowing
That ignorance and hate may mourn the dead
it is believing, it is believing
but listen to the color of your dreams
it is not living, it is not living
or play the game existence to the end
of the beginning, of the beginning
of the beginning, of the beginning”.
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Traduzione.
“Spegni la tua mente rilassati
e abbandonati alla corrente
non è morire, non è morire
metti da parte tutti i pensieri
arrenditi al vuoto
è risplendere, è risplendere
che tu possa capire
il significato del profondo
è esistere, è esistere
che l’amore è tutto
e l’amore è tutti
è sapere, è sapere
Che l’ignoranza e l’odio
possono piangere il morto
è credere, è credere
ma ascolta il colore dei tuoi sogni
non è vivere, non è vivere
o gioca il gioco dell’esistenza fino alla fine
del principio, del principio
del principio, del principio”.
(Traduzione a cura di Francesco Komd)
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Beatles, Tomorrow never knows – 2:57
(John Lennon, Paul McCartney)
Album: Revolver (1966)
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Citazioni.
“Tomorrow Never Knows è una canzone dei Beatles, traccia conclusiva dell’album Revolver, pubblicato dai Beatles il 5 agosto del 1966. Il brano, ufficialmente attribuito a John Lennon/Paul McCartney, venne in realtà quasi esclusivamente composto dal solo John Lennon. Tomorrow Never Knows viene considerata come uno dei più riusciti esperimenti di rock psichedelico del gruppo di Liverpool.
La canzone venne scritta principalmente da John Lennon nel gennaio del 1966, in seguito alla lettura del libro The Psychedelic Experience di Timothy Leary, Richard Alpert e Ralph Metzner (opera basata a sua volta sul libro tibetano dei morti); il libro sosteneva la comunanza dell’esperienza di trip allucinogeno dovuto a LSD con la morte (la cosiddetta “morte dell’Ego”, cui Lennon andò disperatamente incontro a partire dal gennaio del 1966, fino a diventare, nei due anni successivi, completamente dipendente dall’LSD). Lennon, secondo quanto riportato da Paul McCartney, avrebbe comprato il libro quasi per caso, mentre, insieme all’amico, era alla ricerca di un libro su Nietzsche; in particolare, lo colpì la frase “When in doubt, turn off your mind, relax and float downstream“, riportata in seguito nella canzone e traducibile più o meno con “Nel dubbio, spegni la mente, rilassati e fatti portare dalla corrente”. Giunto a casa, John avrebbe assunto LSD e seguito passo per passo le istruzioni del libro, leggendone le parafrasi del Libro TIbetani dei Morti a un registratore e riascoltandole mentre la droga faceva effetto. Il risultato fu spettacolare, e Lennon lo trasformò in canzone con il titolo provvisorio di “The Void” (“Il Vuoto”). Il titolo definitivo della canzone, non presente nel testo, nacque da una paronimia (tomorrow never knows invece che tomorrow never comes, “il domani non arriva mai”) detta da Ringo Starr in una intervista del 1964 alla BBC.
La canzone rappresenta il più alto livello di innovazione (probabilmente insieme a A Day in the Life, dell’anno successivo) mai introdotto dai Beatles, e dal loro staff tecnico, nel mondo della musica pop: nonostante gli studi di Abbey Road fossero, all’epoca, primitivi rispetto agli standard americani, o forse proprio grazie a questa difficoltà, il team guidato da George Martin (coadiuvato da Geoff Emerick e Ken Scott) diede origine alla più alta inventiva acustica mai sperimentata in qualsiasi studio di registrazione, americano o inglese, sul finire degli anni Sessanta. In particolare, gli effetti più innovativi furono rappresentati dall’ipnotica batteria di Starr (eseguita prevalentemente su una coppia di tomtom accordati “lenti”), dalla registrazione della voce di Lennon (raddoppiata, nella prima metà della canzone, grazie al double-tracking automatico – ADT – inventato proprio in quei giorni ad Abbey Road, e passata, per la seconda metà, attraverso l’altoparlante rotativo dell’apparecchio Leslie di un organo Hammond per accontentare la richiesta di Lennon di suonare “come la voce del Dalai Lama più migliaia di monaci tibetani salmodianti sulla vetta di una montagna), ma soprattutto dai tape-loops (tratti di nastro magnetico incisi e giuntati ad anello per dare origine ad un segnale continuamente ciclico, cosa che nella musica pop, prima di allora, non era mai stata utilizzata) inventati con effetti straordinari per l’epoca: un effetto “gabbiano/pellerossa” creato su una risata di McCartney (0.07″); un accordo orchestrale in si bemolle maggiore (0.19″); un Mellotron suonato col registro del flauto (0.22″); un altro Mellotron suonato col registro degli archi (0.38″); una scala ascendente di sitar (0.56″). Il risultato finale, venuto fuori dalla seduta di registrazione del 22 aprile 1966, rappresenta l’esperienza musicale che più di ogni altra si avvicina all’assunzione di LSD: la canzone presentava l’LSD e la rivoluzione psichedelica di Leary ai giovani del mondo occidentale, diventando uno dei dischi più socialmente influenti mai realizzati dai Beatles“.
(Wikipedia, voce Tomorrow Never Knows)
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