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“Whilst his mother’s womb
contained the growing Baal
even then the sky was waiting
quiet and pale
naked, young, immensely marvellous
like Baal loved it, when he came to us
That same sky remained with him
in joy and care
even when Baal slept peaceful and unaware
at night a lilac sky, a drunken Baal
turning pious as the sky grows pale
So through hospital, cathedral, whiskey bar
Baal kept moving onwards
and just let things go
When Baal’s tired, boys
Baal cannot fall far
he will have his sky down there below
When the sinners congregated
in shame together
Baal lay naked
revelling in their distress
only sky, a sky that will go on forever
formed a blanket for his nakedness
And that lusty girl, the world,
who’ll laughing yield
to the men who’ll stand
the pressure of her thighs
sometimes gave him love-bites
such as can’t be healed
Baal survived it, he just used his eyes
and when Baal saw lots of corpses
scattered round
he felt twice the thrill
despite the lack of room
– Space enough – said Baal
– then I’ll thicken the ground
space enough
within this woman’s womb –
Any vice for Baal has got its useful side
it’s the man who practices it
he can’t abide
vices have their point
once you see it as such
stick to two for one
will be too much
Slackness, softness are
the sort of things to shun
nothing could be harder
than the quest for fun
lots of strength is needed
and experience too
swollen bellies can embarrass you
under gloomy stars
and this poor veil of tears
Baal will graze a pasture till it disappears
once it’s been digested
to the forest’s teeth
Baal trod singing
for a well earned sleep
Baal can spot the vultures
in the stormy sky
as they wait up there to see
if Baal will die
sometimes Baal pretends he’s dead
but vultures swoop
Baal in silence dines on vulture-soup
when the dark womb
drags him down to its prize
What’s the world still mean to Baal
he’s overfed
so much sky is lurking still
behind his eyes
he’ll just have enough sky when he’s dead
once the Earth’s dark womb
engulfed the rotting Baal
even then the sky was up there, quiet and pale
naked, young, immensely marvellous
like Baal loved it
when he lived with us”.
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David Bowie, Baal’s hymn – 4:02
(Bertolt Brecht, Dominic Muldowney)
EP: Baal (1982)
Brano inserito nella rassegna Canzoni dedicate ai personaggi letterari o di fantasia di InfinitiTesti.
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Citazioni.
“Baal è il primo dei grandi personaggi di Bertolt Brecht. Dal 1918, la sua stesura lo accompagnerà drammaticamente per tutta la vita. Baal non si presenta come opera originale: non la è formalmente secondo la tecnica e la politica brechtiane, perchè era “imitata” da un mediocre dramma tomantico del commediografo Hans Johst, Il solitario. Non è per la concezione dei personaggi, chè c’era stata la letteratura e la poesia francese a versare fiumi di assenzio nel calamaio. Rimbaud e Verlaine erano stati i modelli espliciti del personaggio “mitologico” di Baal, straordinario era stato l’ esercizio della loro vita solitaria, e in un certo senso anche la loro fascinosa poesia. Ma soprattutto c’era, nel giovane Brecht, l’attrazione quasi tinta di autobiografismo, di una vita “diversa”, dissipata e solitaria, oltraggiosamente aggressiva nel fondo.
Brecht, che non risultava avere tentazioni omosessuali, era stato attratto proprio da questo aspetto della vita dei Poeti Maledetti, e lo aveva tradotto nella esistenza agitata di Baal e del suo amico, il musicista Eckard. Se aggiungiamo che, nella costruzione della strana figura del frequentatore di osterie, del proletario che resiste al potere del denaro e quasi lo oltraggia, Brecht era stato attratto dalla figura reale di tal Joseph K. avremo dato tutte le notizie della cronaca, o quasi tutte. Accostarsi al Baal significa fare i conti con un grosso problema: perchè è certo molto singolare che Brecht abbia disperatamente amato un personaggio positivo, che era oggettivamente il contrario di quelli “positivi” che avrebbe recato nel suo teatro politico, nella sua concezione epica.
Baal dovrebbe essere il contrario di ogni voglia didascalica del teatro: è un solitario, del tutto slegato dalle masse, come si dice, se non per l’uso polemico e smodato delle bevande. E’ una sorta di antifemminista convinto, è proprio il rifiuto di ogni teoria encomiastica di un marxismo non del tutto banale. Egli è certamente l’ antipodo esatto dell’eroe borghese benpensante, è anarchico e sprezzante. Ma allo stesso tempo è proprio l’eroe borghese, la sua solitudine lo fa protagonista, la sua corsa verso la morte lo rende assurdamente superiore. C’è in lui il sentimento vivo di un cupio dissolvi che fa crescere la poesia perchè la rende simile alla vita. […]”.
(Tommaso Chiaretti, “Baal, un eroe solitario, La Repubblica, 13 marzo 1986)
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